STUDIO 666 – BJ McDonnell
Nel corso degli anni Dave Grohl ha abituato il pubblico alla sua mentalità poliedrica, al suo approccio curioso alla musica e all’arte.
Nel corso degli anni Dave Grohl ha abituato il pubblico alla sua mentalità poliedrica, al suo approccio curioso alla musica e all’arte.
Amleth è il figlio di Re Aurvandill ed è scritto che perirà in battaglia e che darà il via ad una lunga stirpe. Al ritorno da una logorante campagna per la conquista di nuovi territori da governare Re Aurvandill conosciuto ai più per la sua forza e altrettanta ferocia, decide che sia giunto il momento che il piccolo Amleth compia il passaggio all’età adulta versando la sua “ultima lacrima” e affidandosi alle profezie di uno stregone che con un rituale fa vedere lui il suo futuro intriso di sangue ed onore.
L’elaborazione del lutto potrebbe essere il tema principale di quest’ennesimo adattamento di Batman. La storia per sommi capi la conosciamo tutti, ma Matt Reeves ne propone una particolare, oscura, dalle connotazioni decise, angosciose che ci fanno precipitare insieme a Bruce Wayne nella sua Bat-Caverna costellata di dubbi atroci, paure e dove in fondo al tunnel non si intravede una luce salvifica ma solo un unico, irrevocabile messaggio: “Vendetta”.
E’ meglio sedare subito il campo da ogni dubbio, la trama di questo adattamento cinematografico di Cyrano non è stata toccata, almeno non nei punti salienti, per cui i puristi dell’opera di Edmond Rostand potranno stare tranquilli. Ovviamente sono i dettagli che fanno di quest’opera un’ opera moderna e sempre attuale.
“Vietato piangere” è la scritta che si può leggere chiaramente nell’ufficio di Arthur Howitzer Jr. (Bill Murray), fondatore del giornale The French Dispatch of the liberty, Kansas Evening Sun. Neanche in caso di morte del fondatore stesso!
Falling è l’opera prima di Viggo Mortensen dietro la macchina da presa. Film in cui albergano due anime di questo attore poliedrico: quella più rude, violenta legata alle proprie origini, alla propria terra ai profumi della natura, la libertà, i suoi cavalli e quella più delicata, fragile fatta di silenzi, parole non dette con la voce ma con il solo linguaggio del corpo.
Avete presente quei videogiochi dove dovete picchiare, ammazzare, rapinare e avete la possibilità di fare ogni genere di nefandezza che nella vita reale non verrebbe consentita?
Per il traghettatore Frank (Dwayne Johnson) la vita scorre abbastanza tranquilla in Amazzonia, condita da parecchie bugie raccontate a fin di bene magari per spillare qualche soldo a qualche turista e al proprietario di qualche locanda.
Immaginate un contesto stile Fantasy Island (in Italia Fantasilandia), quella serie televisiva tanto in voga negli anni ’80 dove in ogni episodio uno o più protagonisti si calava nel bellissimo resort su un’isola misteriosa e paradisiaca dove, in qualche modo, avevano la possibilità di affrontare tutti i drammi e problemi personali.
Arriva sempre il momento in cui il passato torna ad esigere il suo tributo e molte domande dopo Endgame sono rimaste insolute. Sembra tutto un gioco perverso, una tagliente ironia quella del destino che subito dopo la fine della fase tre della Marvel, ci ha fatto vivere una pandemia mondiale dalla quale stiamo ancora faticosamente uscendo lottando con le unghie e con i denti.