STUDIO 666 – BJ McDonnell
Nel corso degli anni Dave Grohl ha abituato il pubblico alla sua mentalità poliedrica, al suo approccio curioso alla musica e all’arte.
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Nel corso degli anni Dave Grohl ha abituato il pubblico alla sua mentalità poliedrica, al suo approccio curioso alla musica e all’arte.
Le sette sfere del drago sono ambite da una sorta di dittatore alieno, pronto a tutto pur di impossessarsene. A difenderle si staglia un gruppo di adolescenti, ognuno di loro in possesso della sfera magica, pronti a mostrare la rispettive abilità nelle arti marziali e sgominare il fastidioso alieno.
Epoca Edo. La condanna a morte è la punizione per lo spietato samurai Izo, ma il suo desiderio di vendetta è tale da farlo reincarnare, trasformandolo lentamente in un demone dalle fattezze umane che, impossibilitato a morire, vaga sulla terra spazzando via tutte le persone che incontra senza distinzioni tra uomini e donne, anziani e bambini.
Un gruppo di terroristi di Hong Kong incamera una lotta intestina per spartirsi una refurtiva; nel mentre un manipolo di ninja si scontra con la CIA per rubare un documento di fondamentale importanza per i propri piani. Trade-union tra le due vicende, un poliziotto in borghese collegato all’agente della CIA.
Fine del ventiduesimo secolo. Il mondo non è più quello che conosciamo, la devastazione ha spazzato via città e umanità, riducendo quest’ultima a vivere sottoterra, sul suolo in condizioni simil-animalesche o all’interno di immensi e lussuosi palazzi. A New York svetta proprio uno di questi simboli di potenza, controllato dall’immortale Marcus e dai suoi guerrieri.
Eren è stato catturato dalla forza armata che mantiene l’ordine all’interno delle mura. Quando si teme per la sua vita, il Gigante corazzato entra in scena e rapisce il ragazzo, trasportandolo in una stanza bianca dove gli mostra la genesi dei giganti, mentre un juke-box suona in sottofondo e una bottiglia di champagne viene stappata.
Tre uomini sono amici nella vita e colleghi nel lavoro, tutti e tre poliziotti con ruoli diversi: uno è l’ispettore capo, l’altro il suo braccio destro e il terzo è infiltrato in un’organizzazione criminale. Obiettivo quello di incastrare il temibile trafficante soprannominato “Il Buddha a otto facce” ma, per farlo, dovranno prendere delle scelte che ne distruggeranno le vite.
Una mercedes bianca sfreccia lungo una sorta di highway coreana, a bordo un professore di canto ed un’allieva di ritorno da un’audizione. Il professore porta la ragazza in un anfratto desolato, di fronte ad un fiumiciattolo, e prova a baciarla e possederla. La ragazza scappa e l’uomo si chiude in macchina, ma presto non saranno più soli. Due teppisti e uno sbandato raggiungono l’anfratto e dall’incontro casuale si scatena un vortice di violenza selvaggia.
Genova 2001, sede del G8. Luca, Alma, Marco, Nick, Bea, Ralf, Anselmo, Max sono persone di estrazione sociale, età e interessi diversi che si ritrovano a Genova per vari motivi. In particolar modo si ritrovano sotto il medesimo tetto la notte del 21 Luglio 2001 … il tetto della scuola Diaz.
Che l’Italia sia uno dei pochissimi paesi dove questo spettacolare monster movie coreano abbia avuto grossi ritardi distributivi, la dice lunga sulla condizione penosa della nostra penisola. Polemiche a parte, siamo di fronte ad un’ennesima dura lezione da parte del cinema orientale, capace di alternare sonore boiate a opere di una bellezza estrema come, in questo caso, l’opera di Joon-ho Bong che rispolvera a piene mani i bei tempi antichi dei mostri giganti, turpi mutazioni generate dall’incuria umana.