INNOCENCE – Lucile Hadžihalilović
Un college in mezzo a una foresta. Un rito di benvenuto per la nuova arrivata. Una ragazzina in una bara muore bimba e rinasce simbolicamente (è il caso di sottolinearlo?) donnina pronta ad affrontare le piccole difficoltà e le grandi sfide che la vita le impone. Ogni elemento infantile comincia a perdersi dietro regole, solitudini e tristezze.
Un posto ambiguo, gestito da adulti enigmatici, che osservano le fanciulle e le lasciano fare, consapevoli che prima o poi dovranno essere in grado di cavarsela da sole. Bambine che vogliono crescere, scappare, essere donne, ma allo stesso tempo cercano un rifugio, un abbraccio, che infonda loro coraggio. Ragazze che seguono le loro attività compitamente, tra lezioni didattiche e fisiche scandite da un preciso ordinamento. Al suono del motto “l’obbedienza è la strada per la felicità” anche tra le ragazze esiste un preciso ordinamento e chi non lo applica è punito per la vita. Come ogni comunità in cui si è costretta alla convivenza anche in questo microcosmo vi sono contrasti e alleanze, che fanno crescere inimicizie e insicurezze personali. Le piccole protagoniste mostrano un certo distacco, poco entusiasmo, fanno quello che devono nell’attesa di lasciare il collegio.
Le nuove arrivate sentono forte la necessità di un’amicizia mentre quelle che lasciano il collegio sono signorine consapevoli di dover affrontare la propria paura del mondo, di aver abbandonato in quel posto la loro infanzia e di aver ceduto il proprio fiocco alla più anziana del gruppo, la prossima a lasciarlo. INNOCENCE è un film tipicamente francese dalle spiccate risonanze lynchiane, si tratta di una pellicola particolare che sicuramente non incontra tutti i gusti. Di livello ermeneutico complesso, in cui quello che è celato conta più di quello che è detto, può apparire lento e noioso a causa anche di lunghi momenti privi di dialoghi. Un film delicato e terribile così come possono esserlo un gruppo di bambine infiocchettate.
L’occhio della camera osserva, gli eventi con discrezione, a volte sembra “spiare” le piccole bravissime protagoniste, che a loro volta si osservano, scrutandosi silenziosamente. Come la stragrande maggioranza delle donne anche Lucile Hadžihalilović ha voluto rimarcare l’indipendenza e le capacità femminile con un film fatto da donne con solo attrici. Vero è pure che la regista è stata la prima donna a vincere il cavallo di bronzo al Festival di Stoccolma con questo INNOCENCE.
Consiglio la visione di questo film fosse solo per capire ciò che la moglie di Gaspar Noè ha voluto lasciar trasparire. Che vi piaccia o no resterete senz’altro affascinati dalla semplicità e dalla compostezza con cui le protagoniste portano avanti il loro ruolo … forse fin troppo.