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PESARHORRORFEST 2008 – Report

Written by Giulio De Gaetano

Splendido evento che ha trovato sede nella città di Pesaro dal 26 al 31 Agosto, seguito da Giulio e Valentina purtroppo soltanto negli ultimi tre giorni per motivi lavorativi. Incontrare persone alla mano come Venantino Venantini (Odissea nuda, Cannibal ferox, Il vizietto), Ruggero Deodato (Cannibal Holocaust) e Giovanni Lombardo Radice (Apocalypse domani, Il nascondiglio) è stata un’esperienza sorprendente, così come passare le giornate con giovani registi e attori italiani loquaci ed estremamente disponibili.

Segue un report con video (alcuni non sfigurerebbero a Zelig!), fotografie, interviste (a Ivan Italiani, Riccardo Papa e Roberto Palma), recensioni (tutti i cortometraggi presentati), rassegne stampa (Teodorani, Simonetti), pareri su film in uscita nelle sale (Joshua, The Black House), retrospettive (Margheriti) e specialmente con le impressioni raccolte. Non solo cinema perciò, ma anche un ritratto delle esperienze che abbiamo vissuto in queste giornate.

VENERDì 29
Una bella corsa alla stazione da lavoro con annesso (ovvio) ritardo del treno non poteva che dare il via al viaggio che ci ha portati da Bologna a Pesaro. La cena all’albergo Mediterraneo è stata interrotta a metà dati i tempi ristrettissimi che ci separavano dalla proiezione delle 20:45, con profonda disapprovazione di Valentina che probabilmente avrebbe addentato anche me! Schivata l’ultima trappola della maledetta mappa presa da GoogleMaps che indicava erroneamente la posizione dell’albergo, siamo riusciti ad arrivare in tempo per le proiezioni del concorso “Il ritorno dei Corti Viventi:

- DAL DECIMO PIANO ALL’INFERNO di Flavio Artusi
- NOIR DESIGNER di Roberto Palma

Mentre DAL DECIMO PIANO ALL’INFERNO si avvicina ad una concezione classica della cinematografia horror garantendo adrenalina e suspense, NOIR DESIGNER si rivela più intimista ed anomalo. Perfetta la scelta di accostare questi due cortometraggi in modo da avere una panoramica anche su diversi sottogeneri di produzioni underground italiane.

A seguire la proiezione del coreano “BLACK HOUSE” di Terra Shin, l’ennesima pellicola asiatica di cui non si sentiva la mancanza. Ottima la fotografia, inutile tutto il resto, specialmente nell’evolversi assolutamente strampalato degli eventi. La pausa che ha seguito la fine della pellicola è stata fondamentale per riprendere fiato dopo lo stato comatoso indotto dalla noia sommatasi alla stanchezza fisica. Giusto il tempo di rientrare per sentire Edoardo Margheriti e Giovanni Lombardo Radice presentare “DANZA MACABRA” (Italia, 1964), facente parte della sezione “Omaggio di sangue … a Antonio Margheriti” , con quest’ultimo che candidamente rivela di non aver mai visto il film! Inutile stare a elogiare il film di Margheriti, vero e proprio capolavoro del gotico italiano magnificato da un bianco e nero elegante e plumbeo.
Sfiniti da una giornata lavorativa, dal viaggio (e da “Black House“!) ci catapultiamo in albergo pronti a riprendere le energie per la lunga giornata successiva.

SABATO 30
La mattina di sabato ha fatto rimpiangere la finzione cinematografica … saremmo stati lieti di lasciar sfogare per benino un bel mostriciattolo cannibale armato di mannaia e desideroso di sangue per scannare le donne delle pulizie che hanno iniziato il loro lavoro ad un orario improbabile. Evidentemente il richiamo del mare pesarese risveglia prima gli avventori, oppure sono le donne delle pulizie a “invogliare” implicitamente l’uscita! Una passeggiata sul lungomare della città con tanto di rischio insolazione ci prepara per l’aperitivo con gli autori al Palazzo Gradari. Le prime persone con cui ci si incontra sono il regista Michele Pastrello (leggi la recensione di “NELLA MIA MENTE” e di “32“) ,escluso dalla finalissima del concorso, e l’attrice Eleonora Bolla, due persone ironiche e cordiali con cui si è passato parte del tempo al festival. Subito dopo l’incontro con Federico Greco e Ivan Italiani, uno degli organizzatori del festival, chiude la mattinata.

Finalmente un pasto completo viene spazzolato in hotel, dopo la fame nera della sera precedente, e rapidamente si scivola sino all’attesissimo “incontro sul cinema di Margheriti” condotto da Mauro Giorgio (un altro degli impavidi organizzatori). Dobbiamo scusarci per la qualità dei video ma purtroppo la Sala Video del Palazzo Gradari era gremita e siamo stati costretti alle retrovie, inoltre le battute a ripetizione dei vari Deodato, Radice, Venantini e Margheriti rendevano particolarmente complesso tenere ferma la videocamera a causa delle risate!

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 E’ incredibile come si sia passati dalle discussioni amare sulla figura di Antonio Margheriti (morto nel 2002) agli aneddoti sul sesso narrati da un settantottenne Venantini vera e propria furia indomabile, nonostante un’operazione a cui si era sottoposto pochi giorni prima.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=R0AChRaL-WY&w=425&h=344]

Si comincia con Deodato che parla di com’era lavorare con Margheriti, sottolineando la differenza tra artigiano e autore (discorso affrontato anche nel documentario prodotto dalla Beat RecordsHANGING SHADOWS“), raccontando aneddoti su Margheriti che spuntava sul set prima di tutti, da buon stacanovista, per avere tutto sotto controllo (dai modellini alla posizione della macchina da presa). Malinconiche le esaltazioni di doti come generosità, caparbietà, umorismo e umanità del regista, con il figlio Edoardo Margheriti che ringrazia Deodato per la “dichiarazione d’amore”.
Giovanni Lombardo Radice prende la parola parlando de “L’ISOLA DEL TESORO” progetto al quale Margheriti era arrivato dopo la pancreatite ma, nonostante le condizioni di salute, non l’aveva fatto sentire alla troupe.

Quando Venantini inizia la disquisizione tutto il pubblico presente scoppia a ridere, tanta è l’energia che l’attore mette dentro e l’ironia dirompente capace di trascinare chiunque.
Definisce inoltre il compianto amico e regista come un “Sarto del cinema” e ricorda con Deodato il set del film “PASTASCIUTTA NEL DESERTO” con Venantini che suonava tra le dune e l’esaltazione della cucina della figlia di Totò!

Fondamentale, infine, la disquisizione di Deodato sul cinema italiano, “accusato” di incapacità di uscire dai confini nazionali, eccezion fatta per “Gomorra” che tratta dei fatti italiani, così come fanno molti film vincitori di premi importanti (“Quattro mesi, tre settimane e due giorni” o “Still life” per citare alcuni degli ultimi premi assegnati a Cannes e Venezia). Il regista non risparmia neanche una frecciata ai corti partecipanti al concorso parlando di cinema che deve raccontare una storia, non di una sequela di immagini inconcludenti.

Subito dopo tocca a Gabrielle Lucantonio e Claudio Simonetti presentare il volume PROFONDO ROCK (Coniglio Editore), e qui ci si divide: Valentina resta alla presentazione, Giulio esce per un aperitivo con Margheriti, Deodato, Pastrello, Greco, Bolla e Radice (per la serie c’è chi lavora, chi se ne approfitta!). Simonetti si presta alle domande del pubblico rispondendo cordialmente sino a rivelare che la canzone “Gioca Jouer” è stata composta anche da lui. A tali parole non aggiungiamo commenti. Durante la discussione “ufficiosa” al bar si parla di come il cinema italiano soffra di produttori che puntano solo sugli investimenti sicuri (passabili in televisione per la maggior parte), con Deodato che inframmezza le discussioni con aneddoti esilaranti della sua sfera privata! Mentre i primi alcolici circolano, ed il Kebab sancisce una cenetta leggera e delicata si arriva alla sezione “Fuori programma – cortometraggio“.

THE DIRT” di Simona e Claudio Simonetti viene presentato al Teatro Sperimentale con risultati altalenanti come potete leggere nella recensione linkata qui. Il linguaggio cinematografico utilizzato non perfettamente si adatta ai gusti attuali, e l’idea di fondo non stupisce. Buoni gli effetti speciali di Sergio Stivaletti. Segue “JOSHUA” di Georg Ratliffe, thriller che parte da un’ottima idea di base ma che presenta alcune cadute di tono che tuttavia non inficiano il buon risultato finale. Chiude l’omaggio a Margheriti il film “APOCALYPSE DOMANI” dove compaiono come attori Venantini, Radice ed anche il figlio Edoardo (riconoscibile solo dopo che lui stesso dice chi ha interpretato!), pellicola dal sapore trash ma che gode di buone intuizioni. Intorno all’una del mattino nella sezione “una risata lo seppellirà” viene presentato “IL SESSO DELLA STREGA“, cult movie degli anni settanta diretto da Elo Pannacciò, ma alla visione non presenziamo a causa di un invito a cui non è possibile dire di no …

Approfittando della pausa tra un film e l’altro usciamo dal cinema con Deodato, Radice, Greco, Pastrello, Bolla, Cristopharo e Panizza per fiondarci a bere in un lido nelle vicinanze e devo ammettere che è stato uno dei momenti migliori del fest. E’ impossibile descrivere la quantità di battute, racconti (dagli esiti improbabili e impensabili!) narrati da Deodato e Venantini (che ci ha raggiunto poco dopo), si passa dalla “diceria” su un particolare attore, alle doti non puramente artistiche di un altro, sino alle condizioni di lavoro a dir poco avventurose! Oltretutto Giulio rischia l’odio totale da parte di Deodato in uno scambio di opinioni sui film:
D: “Ti è piaciuto JOSHUA?”
G: “Insomma, ha dei momenti buoni altri no”
D: “A me è piaciuto parecchio”
Poi:
D: “Come si chiama quel regista che ha fatto il remake di HALLOWEEN?”
G: “Rob Zombie, ma non capisco il senso dei remake in generale e non mi è piaciuto”
D: “Secondo me è bravo”
E ciliegina sulla torta:
G: “L’hai visto “DIARY OF THE DEAD“? A me è piaciuto molto”
D: “Porc … Romero si basa sulle mie idee (si riferisce a “CANNIBAL HOLOCAUSTndr) e a Toronto si è a malapena presentato e se n’è andato!”
Sbattuti fuori dal locale per motivi di chiusura, la discussione procede per ore in mezzo alla strada, sfiorando le lacrime con le battute in dialetto di Venantini , fonte infinita di aneddoti, sempre pronto a prendere in giro noi giovani che non conosciamo le miriadi di attori, produttori o quant’altro che lui cita, infatti sua frase tipica è stata: “Ragazzi, avete pagato il biglietto? Questo è cinema”!
Alla fine siamo proprio noi a capitolare per primi, senza vergogna di fronte a tale energia.

DOMENICA 31
La levataccia si ripete ma il poco sonno andrà a ripercuotersi soltanto a fine giornata, ed è meglio così date le corse che caratterizzano l’ultima tappa del festival. L’intervista a Ivan Italiani salta al pomeriggio dato che o io o lui hanno inteso male l’orario dell’appuntamento, con un divario temporale di oltre un’ora (Valentina dice che è colpa mia, ma lei è di parte … nel senso: da qualsiasi parte basta che non sia la mia!)!

Dopo un pranzetto non propriamente leggerissimo (di cui trovate una foto qua in giro) ecco la prima intervista della giornata fatta con Riccardo Papa, regista che ha partecipato col corto “LACRIMA DI LUNA“. Molto interessante la discussione con una persona alla mano e disponibile alla chiacchiera, infatti tra una discussione e l’altra ci si accorge che i tempi per l’intervista si sono terribilmente ristretti e si parte in quinta, l’unico rallentamento si ha quando fa la sua comparsata nella hall dell’albergo la madrina della manifestazione, Roberta Gemma, un minuto di silenzio è d’obbligo!

Dopo una corsa per non arrivare nuovamente in ritardo all’appuntamento col pazientissimo Ivan Italiani, ecco finalmente la possibilità di dar voce ad uno degli organizzatori del festival. Prendendo spunto da vari episodi la chiacchierata scivola via, tra battute, pensieri e considerazioni personali.

Alle 17 scatta la proiezione dei corti fuori concorso nella Sala Video del Palazzo Gradari:

- FOCOLARE DOMESTICO di Maurizio Failla
- IL MOMENTO GIUSTO di Di Natale, De Vivo e Villani
- SIERRA NOVE di Igor Liverani
- PIGNA di Alessandro Caracciolo
- SAFIRA di Carlo Reho
- PROSIT di Fabrizio Arzani

Mentre “FOCOLARE DOMESTICO” esplora i disagi di una giovane anoressica e alcolizzata, in “PROSIT” l’alcool diventa il mezzo che porta alla tragedia. “IL MOMENTO GIUSTO” e “PIGNA” si rivelano più onirici e sperimentali, “SIERRA 9” tocca tematiche fantascientifiche. Estraneo al contesto è il divertentissimo “SAFIRA” dove i gusti cannibali di una apparentemente indifesa fanciulla si scontrano con quelli (simili) di un’altra ragazza. Applauditissimo a fine proiezione.

Subito dopo segue la presentazione del volume I SACRAMENTI DEL MALE di Alda Teodorani (Mondadori Ed.) che fa la sua comparsata con la maglietta “I want to believe” (forse che la Mondadori abbia pubblicato un suo libro, come detto da lei stessa nel video qui presente).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=2yzn7t4ac9Y&w=425&h=344]

L’incontro col giovane regista Roberto Palma che verrà premiato col premio di miglior soggetto grazie al corto “NOIR DESIGNER” chiude il ciclo degli incontri con gli autori.

La tempistica ristretta (il giorno dopo occorre andare a lavoro) ha reso impossibile la nostra presenza alla premiazione finale, per cui un giro di saluti e la corsa verso la stazione hanno chiuso la nostra partecipazione al festival. Seguono comunque la presentazione del trailer di “HOUSE OF THE FLESH MANNEQUINS“ di Domiziano Cristopharo e Daniele Panizza, con la partecipazione della splendida Roberta Gemma (madrina della serata), i premi assegnati e le foto passate dallo stesso Ivan Italiani.
Ecco l’elenco dei premiati:

- PRIMO PREMIO: L’APPESO di Francesco Dominedò
- PREMIO ANGELA: HELLEQUIN di Roberto Loiacono
- PREMIO DEL PUBBLICO: DAL DECIMO PIANO ALL’INFERNO di Flavio Artusi
- MIGLIOR SOGGETTO: NOIR DESIGNER di Roberto Palma

Ci auguriamo che l’evento possa ripetersi l’anno prossimo con una maggiore partecipazione da parte del pubblico, la cui attenzione è stata eccessivamente calamitata dagli eventi legati alla contemporanea festa cittadina (come scritto da Ivan Italiani nel comunicato pubblicato qui), in quanto l’evento aveva le potenzialità per coinvolgere anche i non addetti al settore (ed al genere) date le innumerevoli divagazioni. All’anno prossimo.

Posted in Festival by Giulio De Gaetano on novembre 1st, 2011 at %H:%M.

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