Through the Black Hole » GREEN CARNATION – “The acoustic verses”

GREEN CARNATION – “The acoustic verses”

Written by Giulio De Gaetano
RANK: 8.5/10

Molta strada hanno percorso i norvegesi Green Carnation da “Journey To The End Of The Night”, compiendo la coraggiosa scelta di incidere un disco completamente acustico. Atmosfera, feeling, calore e malinconia sono i punti cardine che echeggiano nelle orecchie dopo l’ennesimo ascolto di questo album. Avanza come una marcia “Sweet leaf”, con un cantato solenne e caldo fino a metà canzone quando la voce si alza assumendo un registro simile a quello del Bono Vox più melodico mentre il basso accompagna l’incedere fino al concludersi della marcia.

Tocca corde più intime “The burden is mine…alone” supportata da un arpeggio semplice ed incisivo. I versi sussurrano dolore, solitudine, uno stato d’animo in cui l’uomo è vittima di se stesso; in questo caos emotivo “..I’m sorry, I couldn’t wait anymore”. Probabilmente questo è il pezzo più toccante dell’intero album, nonché EP apripista e brano interamente composto e suonato da Stein Roger. A “Maybe?” tocca l’arduo compito di non far calare il climax raggiunto dalla precedente traccia. Sebbene cominci in modo più canonico, a metà canzone ricompare la batteria ed emergono cori a rendere più liquido l’insieme grazie anche ad un assolo di Theremin ad opera di Krumins.

“Alone” si apre come una danza baroccheggiante in cui i violini invitano ad alzarsi per prenderne parte. Il lato più folk del platter qui è costante, anche dal lato prettamente lirico, il testo infatti è basato su un poema di Edgar Allan Poe (“Alone” appunto). Non devono spaventare i 15 minuti di “9-29-045”, il brano è delicato, evocativo e molto sentito, capace di far trasparire anche sonorità più anni ’70, legate un po’ai grandi Pink Floyd, un po’ai Genesis. Il rock progressivo ben si adatta in sede acustica e gli arrangiamenti orchestrali supportano le chitarre nei meandri del sogno che la band norvegese ha creato. Come non citare le aperture melodiche dei violini chine sui tappeti orchestrali dolcemente accompagnati dal mellotron. “Childs play part III” riprende strumentalmente le prime due parti uscite nel precedente “Quiet Offspring”, e stavolta è il pianoforte a farla da padrone in un breve intermezzo che apre la strada alla conclusiva “High tide waves”. Blues e atmosfere jazzate irrompono indurendo anche voci e percussioni ma soffocandosi fino ad un ritorno ad atmosfere soffuse. Accordi acustici e cori spingono fino ad un break centrale ricco di colpi sui tom e violini che sembrano accarezzare l’aria, sospingendo la nave su cui siamo saliti. L’album si chiude in un assolo spagnoleggiante che riporta i temi già arpeggiati ad inizio song.

E’ bene metterlo in chiaro, non è un disco metal come i precedenti (almeno, considerando la matrice), ma è altrettanto importante sottolineare che ci si trova di fronte ad un disco composto, suonato e cantato col cuore. Questo non è poco. Respirare profondamente gli stati d’animo narrati e lasciarsi cullare dalle note di una chitarra acustica provando emozioni è ormai uno status più unico che raro. Da evitare accuratamente per chi è fan del solo muro sonoro, ma caldamente consigliato a tutti gli altri. Un’esperienza da vivere.

Tracklist
1. Sweet Leaf
2. The Burden Is Mine…Alone
3. Maybe?
4. Alone
5. 9-29-045
-My Greater Cause
-Homecoming
-House of Cards
6. Childs Play part III
7. High Tide waves

RANK: 8.5/10

Posted in Acoustic and Album and Musica and Top album by Giulio De Gaetano on aprile 16th, 2012 at %H:%M.

Add a comment

No Replies

Feel free to leave a reply using the form below!


Leave a Reply


Featuring Recent Posts WordPress Widget development by YD

By continuing to use the site or clicking "OK" you agree to the use of cookies. Click on "Info" for more information. Proseguendo la navigazione sul sito o cliccando su "OK", autorizzi l'uso dei cookie. Premi su "info" per ulteriori informazioni. Info

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "OK" below then you are consenting to this. Un cookie è un breve testo inviato al browser di chi sta navigando da un sito web visitato, e serve a conservare informazioni utili a migliorare l'esperienza utente di navigazione (preferenze geografiche, autenticazioni al sito visitato, stato della sessione, ... ). Ogni cookie è unico per il browser di chi sta navigando. Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione mentre, in caso di utilizzo di elementi grafici che permettono condivisione dei contenuti sui social network/servizi da terze parti (esempio: mappe), questi sono impostati dai webmaster di tali siti per cui afferiscono a loro diretta ed esclusiva responsabilità della stessa terza parte. Chi sta navigando, quindi, può consultare eventuali informazioni sui rispettivi siti internet. Per negare l'utilizzo dei cookie occorre vedere quale browser si sta utilizzando e cercare nella sezione "Aiuto / Help" del browser come disabilitarli. Di seguito un link esemplificativo per disabilitarli su Google Chrome (https://support.google.com/chrome/answer/95647?hl=it)

X

© THROUGH THE BLACK HOLE 2012