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NON APRITE QUELLA PORTA – Tobe Hooper

Written by Giulio De Gaetano

Uno dei film horror indipendenti tra i più famosi, intensi e sporchi. Un calderone di immagini culto per gli amanti del cinema horror, divenute con gli anni stereotipi precisi dello slasher. Un paio di semplici ingredienti ne costituiscono lo script: cinque ragazzi finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali, tra di essi una icona di violenza: Leatherface.

Estate del 1973, Sally e Pam con Jerry, Kirk e Franklin, vengono a sapere che presso il cimitero in cui riposa il nonno di uno dei ragazzi sono state trafugate parti di cadavere, perciò vanno a controllare la tomba del congiunto e, successivamente, decidono di recarsi nella sua vecchia casa. Strada facendo incontrano un autostoppista malconcio e pazzoide che, sporco di sangue, spiega loro come si macella il bestiame. Si fermano presso un benzinaio sprovvisto, però, di benzina. Il losco proprietario intima loro di non accostarsi alla vecchia casa perché la gente dei paraggi non è delle più accoglienti.

I ragazzi non ci danno peso ma anzi, in cerca di refrigerio e attirati dal rumore di un generatore, si avvicinano a una delle case del villaggio. La zona e la casa sembrano prive di vita, bussano alla porta ma nessuno risponde, Kirk entra in casa incuriosito da alcuni rumori che provengono dall’interno, ma un individio con una maschera di pelle lo colpisce con un martello. Stessa sorte spetta a Pam e Jerry … Sally e Franklin, in attesa nel furgone, non vedendo tornare gli altri decidono di richiamarli, ma arrivati nelle vicinanze della casa vengono di nuovo assaliti e Franklin viene fatto a pezzi dalla motosega di Leatherface.

Sally diventa così protagonista della seconda parte di pellicola e inizia la caccia. Inseguita dall’uomo si nasconde in casa, imbattendosi in un cadavere … e in un anziano. Capisce di essere penetrata in casa dell’assassino e decide di scappare verso il benzinaio che sembra volerla aiutare, ma la tramortisce, rinchiude in un sacco e scaglia su un furgoncino. Mentre agli altri viene concesso di morire subito, a Sally spetta il ruolo di capire (a sue spese) realmente cosa succede in quella famiglia. Nauseata e ferita, sottoposta ad una vera e propria guerra psicologica, è costretta a mangiare carne umana e subire ogni sorta di violenza, finchè non riesce ancora una volta a scappare con Leatherface e motosega alle calcagna.

L’uscita del film nel 1974 fece molto discutere. Abolito nel Regno Unito, vietato ai minori di 18 anni in gran parte dell’Europa, la critica ci andò giù pesantemente. Tuttavia NON APRITE QUELLA PORTA, portavoce tra i film indipendenti, precursore degli slasher, ebbe un successo enorme. Non importa sapere se Tobe Hooper si sia veramente ispirato a vicende reali o se volesse ergere il film a manifesto di una realtà politica centrata sui pericoli di una crescente industrializzazione americana. Cerchiamo, invece, di capire come possa NON APRITE QUELLA PORTA imprimersi nella mente di chi lo guarda come uno dei parti più allucinanti e ansiogeni di sempre.

 

Sicuramente si tratta di un horror tangibile, reale dove non occorre nascondersi dietro ad arzigogolati stratagemmi: il male si nasconde tra le mura domestiche, nella sua semplicità, crudeltà e primordialità. L’uomo ha sempre ucciso per nutrirsi, nel Texas è la norma, gli allevamenti sono elemento su cui ruota l’economia alimentare del paese, solo che la nostra scellerata famiglia predilige la carne umana. Ciò che rende così brutale e diretto il film è la rozzezza con cui i protagonisti barcollano nella calura texana. Pochi personaggi sono riconoscibili quanto Leatherface: grembiule da macellaio, maschera di cuoio e motosega sono diventate una icona. Inquietante, probabilmente menomato, taciturno, in alcuni momenti ridicolizzato nella sua goffaggine.

Incomparabile la scena finale in cui Leatherface danza sotto un sole cadente, frustrato per essersi lasciato scappare la preda. Indimenticabile il mattatoio dove le vittime vengono macellate e appesi a ganci come animali. Disturbante la figura eterea del nonno, le fotografia sporca, la musica e la psichedelia fluttuante nell’aria.

Il film diventa contenitore di elementi che verranno riversati in molti, innumerevoli altri film: l’inizio on the road, l’intermezzo presso la pompa di benzina, la fuga nel bosco, la casa marcia fin alle fondamenta, i ragazzi sguaiati e poco “smart”. Quello che in pochissimi altri è stato travasato è il senso di angoscia e terrore. NON APRITE QUELLA PORTA ha visto molti sequel, prequel, e remake, senza mai avvicinarsi al capostipite, nemmeno se la materia risultava plasmata dallo stesso creatore (NON APRITE QUELLA PORTA 2, altalenante parodia del primo).

 

 

Titolo originale The Texas Chainsaw Massacre
USA, 1974
Durata 83 min
regia Tobe Hooper
soggetto e sceneggiatura Kim Henkel, Tob Hooper
Produttore: Tobe Hooper, Lou Peraino
Cast: Marilyn Burns, Allen Danzinger, William Vail, Teri McmMinn, Edwin Neal, JimSiedow, Gunnar Hansen, John Dugan, Robert Courtin, William Creamer, John Henry Faulk, Jerry Green, Ed Guinn
Fotografia Daniel Pearl
Montaggio Larry Carroll, Sally Richardson
Effetti Speciali Dean W. Miller
Musiche Wayne Belle, Tobe Hooper
Scenografia Robert A. Burns

Posted in Horror by Giulio De Gaetano on novembre 2nd, 2011 at %H:%M.

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