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JAMES JOSEPH BULGER: THE DEVIL’S MOBSTER

Written by Melania Colagiorgio

JAMES JOSEPH BULGER

Johnny Depp si è deformato per presentare al meglio questo personaggio e la sua storia; l’ultimo gangster, James Joseph Bulger. La persona in questione, tuttavia, non ha gradito tale rappresentazione di se stesso, non riconoscendosi nel film e lamentando incongruenze sia attitudinali che storiche. Vedremo poi perché si lamenta e se è davvero l’ultimo mafioso.

Un altro film, antecedente a questo, si è ispirato alla sua storia: il molto meglio riuscito The Departed. Sul personaggio sono stati scritti libri ma anche documentari, fino a scalare la classifica dei criminali più ricercati negli U.S.A., ponendosi sul podio alle spalle di Bin Laden.

Molti lo vedono nascere a Boston nel 1929, in realtà nacque a Everett, il primo centro abitato a Nord di Boston; la sua famiglia, scappata dall’Irlanda, era talmente povera al punto da non poter giungere direttamente a Boston. Ci arriva all’età di dieci anni, il 4 Luglio. Cresciuto praticamente per strada, pare si sia anche affiancato ad un circo. All’età di tredici anni viene arrestato per furto e, da quel momento in avanti, si lancia in un crescendo di crimini sempre più importanti, sempre più violenti. Uscito dalla prigione, si lega ad una gang di minorenni, i Trifogli, e torna in prigione fino al 1948.

Dopo si arruola nell’aeronautica militare, abbandona la strada ma non la vita criminosa. Dall’interno della Base di Smokey Hill di Saline continua a portare avanti i suoi progetti illegali, finché non viene arrestato per stupro nel 1950, ma è congedato con onore e ritorna a casa nel 1952. Da quel momento Bulger inizia la scalata verso gli alti livelli della delinquenza o la discesa agli inferi … punti di vista.

La vita ormai è una sfida; appena tornato a Boston è coinvolto nel furto di un autocarro che trasporta liquori, nel 1955 prende d’assalto diverse banche dal Rhode Island all’Indiana ed è persino accusato di aver dirottato un aereo. Nel 1956 viene condannato a 25 anni di reclusione e, secondo il suo compagno d’avventure e biografo Kevin Weeks, in carcere ad Atlanta Bulger è sottoposto al Progetto Mk-Ultra. Mk-ultra, esperimento illegale portato avanti dalla CIA per verificare la possibilità di controllo della mente tramite anche forti dosi di stupefacenti, che quindi inducono rimbambimento, insonnia, incubi.Viene più volte trasferito da Atlanta a Leavenworth, poi anche ad Alcatraz, fino alla scarcerazione nel 1965, dopo solo 9 anni di prigione.

Sebbene provi a vivere onestamente spinto dal fratello a lavorare come custode, non riesce ad integrarsi nella vita lavorativa (né lui sembra desiderarla) e, poco dopo, si mette alle dipendenze di Donad Killeen, boss mafioso di Boston entrato in conflitto con un altro capo mafia della Mullen Gang. Dopo l’assassinio di Killeen, Bulger si unisce alla Winter Hill Gang, riuscendo a suon di morti a diventarne il capo e a sterminare tutti i membri della sua ex banda. Bulger commissiona l’assassinio di diverse persone tra cui Spike O’Toole, Paulie McGonagle, Eddie Connors, Tommy King e Buddy Leonard, suoi stessi alleati.

JAMES JOSEPH BULGER

Nel 1979, Whitey Bulger diventa una figura preminente nella scena del crimine organizzato di Boston. Lo stesso anno, Howie Winter, capo della Winter Hill Gang, è mandato in prigione per aver truccato le corse di cavalli, e Bulger assume la leadership del gruppo. Nel corso dei successivi 16 anni, prende sotto il suo controllo una gran fetta delle attività di spaccio, di scommesse, e usura di Boston. Siamo nel 1972, Bulger ha ormai in mano i mercati illegali della città e nonostante un periodo di fuga per evitare ritorsioni da parte dei capi delle Band a lui assoggettate, riesce a dominare su tutta la città per molti anni, uccidendo chiunque si frappone tra lui e i soldi, addomesticando tutti gli altri. Per 16 anni regna incontrastato.

Durante questo stesso periodo (1975-1990), all’insaputa dei suoi più stretti collaboratori, Bulger è informatore dell’FBI. Approfittando della carica di Senatore nel Massachusetts del fratello William e le amicizie d’infanzia, Bulger riesce a far prendere i Patriarca, una famiglia appartenente al crimine organizzato in New England, aumentando allo stesso tempo la sua rete criminale che diviene ancor più potente e violenta. Questo grazie al benestare dell’ FBI con cui stringe un patto di reciproco aiuto.

Per spiegare bene i rapporti tra Bulger e l’FBI bisogna tornare indietro a quando James era un ragazzo. Lui e suo fratello William avevano un amico, John Connolly. I tre ragazzi prendono strade diverse: conosciamo la strada di James, William diviene un politico, poi senatore, e Connolly entra nell’ FBI nel 1968. Lavora presso gli uffici di Baltimora, San Francisco e New York e nel 1972 arresta Frank Salemme, una nota figura mafiosa, garantendogli come premio il ritorno presso la sua città natale. Nel mentre, il Presidente decreta la fine alla mafia come priorità assoluta. E’ naturalmente di Connolly l’idea di sfruttare l’amico Whitey, per avanzare di grado. Aiutato in parte dalle comuni radici nella South Boston, nel 1975 Connolly convince Whitey, allora membro della Winter Hill Gang, di fargli da informatore in cambio di una certa libertà di movimento.

Connolly finisce non solo per gestire Whitey, ma anche per allacciare uno stretto contatto con Flemmi, collaboratore di Whitey. Sia Whitey sia Flemmi sono designati come informatori ufficiali; ed è grazie al loro aiuto che Connolly giunge all’arresto di figure come Gennaro Angiulo e i membri della famiglia Patriarca. Gli esperti parlano di un patto col diavolo che faceva comodo a entrambi le parti.  Solo a partire dal 1994 tutto ciò sale a galla, ma ad averne la peggio è proprio Connolly, che finisce in prigione. Si giustifica dicendo che per le forze dell’ordine lavorare da infiltrato nelle bande criminali è come lavorare al circo, “bisogna mandare i ragazzi lì in mezzo ai leoni e alle tigri“. Purtroppo per lui non si limita solo a sfruttare Whitey come informatore, ma prende attivamente parte a diverse attività illegali, tra cui anche un assassinio. Connolly è condannato nel 2002 dalla corte federale di racket per la protezione dei membri della Winter Hill Gang, passa 10 anni in prigione per quell’accusa, per poi essere condannato a 40 anni di carcere per l’omicidio della Florida.

Whitey, invece, deve fermare le sue attività ma riesce a scappare. Nella primavera del 1994, la Drug Enforcement Administration, la Polizia di Stato del Massachusetts e il Dipartimento di polizia di Boston lanciano un’inchiesta sulle attività di gioco d’azzardo di Bulger. All’inizio del 1995, Bulger e il suo socio, Stephen Flemmi, vengono incriminati. Bulger, tuttavia, elude le autorità. Secondo fonti federali, è propri l’amico di lunga data, l’agente speciale John Connelly, ad aiutare Bulger nel 1995 consentendo al criminale di fuggire con la moglie Theresa Stanley. Un mese più tardi, Whitey decide di tornare dai suoi figli, ma fugge di nuovo poco dopo con l’amante storica, Catherine Greg.

Latitante per 17 anni, nonostante i numerosi avvistamenti e una taglia di 1.000.000 di dollari, solo nel 2011 l’FBI riesce ad arrestarlo a Santa Monica insieme alla sua compagna. Una luna di miele lunga 16 anni, così Whitey descrive la sua latitanza. Nel suo appartamento possiede un arsenale e più di 820.000 dollari in contanti nascosti nei muri. Veloce il processo di Catherine Greig condannata a 8 anni, mentre più impegnativo, discusso, e di grande interesse mediatico, quello di James Joseph Bulger, detto Whitey. Diversi i capi d’accusa: riciclaggio, estorsione,spaccio, corruzione di agenti dell’FBI, 19 omicidi, racket federale, e associazione a delinquere. Tirando le somme: 2 ergastoli più 5 anni.

JAMES JOSEPH BULGER

Descritta in tribunale come personalità insensibile, viene visualizzata dal fratello William Michael Bulger come essere introverso ma affettuoso. Mentre Wiliam diviene sempre più apprezzato nella sua zona, in quanto irreprensibile, educato, attivo politicamente, Whitey proseguiva il suo percorso di crescita sotto tutt’altra egida: trova ogni mezzo buono per fare soldi, ruba qualunque cosa e regala ai bisognosi ciò che non riesce a vendere, come se questo bastasse ad effettuare il dovuto repulisti agli occhi della comunità dove vive. Pura illusione la sua, così come illusorio è il tentativo di apparire un uomo d’onore agli occhi della giuria, un uomo che non uccide le donne, legato ai valori della famiglia; vuole far circolare la leggenda di se stesso come uomo violento ma dal cuore d’oro. Un’illusione con cui sembra aver convinto i suoi famigliari e sé stesso, ma che non inganna nessun altro, trovando la propria compagna come unica sostenitrice durante il processo.

Bulger appare in qualche fugace filmato di una telecamera di sicurezza, i suoi gesti, il suo modo di muoversi e dare ordini ai suoi sottoposti sono inequivocabili: sicuro fino alla strafottenza, indifferente alla vita altrui, avido di potere.Machiavellico, intelligente, capacissimi di ammazzare a sangue freddo, manipolatore ma anche un po’ vigliacco. Nell’attimo in cui si sente in pericolo non lesina la fuga, infatti, la sua caduta è in fin dei conti abbastanza meschina: arresosi a 81 anni quasi col sorriso e senza porre resistenza alcuna, ci si sarebbe aspettato vederlo perire sotto i colpi di un altro boss, o ucciso dalla polizia, quando invece trascorre gli anni come pensionato in California. Finisce così la storia del Biondino, la storia di Whitey, così chiamato per via dei suoi capelli color platino, che ora passa i suoi ultimi giorni dietro le sbarre, senza mao smettere di raccontare la sua storia, imprecando anche contro Hollywood, che lo incarna in Black Mass, e contro Johnny Depp. Parla per bocca del suo avvocato: “Johnny Depp poteva tranquillamente restare a fare il Cappellaio Matto, l’avidità di Hollywood ha fatto sì che questo film rappresentasse male il mio cliente, trascurando il vero problema del caso Bulger, la vera minaccia per Boston e per gli altri casi in tutta la nazioni, ovvero la complicità del governo federale in tutti gli assassini.” Difficile non ipotizzare la complicità dell’FBI nell’avanzamento dello strapotere di Bulger. “Inoltre -continua l’avvocato-, il mio cliente non è affatto così, non si comporta così, non ha quella voce da Gollum”.

Whitey pensa che Johnny Depp abbia richiesto di incontrarlo solo per legittimare un film nel quale il suo personaggio non aderisce davvero all’idea che egli vuole dare di sé stesso. Depp, però, ha toppato anche agli occhi delle vittime di Bulger, esordendo alla presentazione del film con la frase: “C’è una specie di cuore in lui. Un cuore freddo, c’è un uomo che ama, un uomo che piange. C’è tanto in quell’uomo.” Probabilmente una stupida frase fatta, di un attore che per il tempo di girare un film non può fare a meno di innamorarsi del suo personaggio, una frase detta ad hoc per presentarlo. I famigliari delle vittime si indignano. La vedova di un uomo ucciso da Bulger nel 1992, il fratello di una ragazza uccisa e sepolta in una cantina, non hanno accettato alcuna forma di pietismi e, inferociti, si sono rivolti a Depp: “questa non è Hollywood, questa è la realtà. Non si può aver pietà di un uomo che ha fatto quello che ha fatto. Non c’è nulla di umano in Whitey Bulger. Si dovrebbe vergognare, è stato un commento stupido e insensibile.

E non è difficile immaginarsi James Joseph Bulger sogghignante all’interno della sua cella, un ultraottantenne che non ha più nulla da perdere.

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Posted in Storia&Leggenda by Melania Colagiorgio on dicembre 12th, 2016 at %H:%M.

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