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ALMA [GOTICA] – Luca Ruocco

Un funereo bianco e nero avviluppa un uomo e una donna in un fatale rincorrersi nel tempo e nello spazio in una sorta di dimensione onirica dove lei ogni volta ferisce mortalmente l’uomo. In una girandola di situazioni irreali un’altra figura entra in campo con gli occhi bendati ed un sorriso da clown dipinto sulle labbra. La sua fragorosa ed inquietante risata si beffa dell’uomo, deridendone l’impotenza di fronte alla follia omicida della donna. Quando il circolo sembra chiudersi, un nuovo elemento entra in gioco ricominciando il giro.

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Posted dicembre 7th, 2011.

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NANCY – Cristiano Stocchi

Immagini che si susseguono come vecchie foto sbiadite dal tempo, lontani ricordi che lentamente appassiscono perdendo il colore ma non la forma. Note di pianoforte che accarezzano il volto di una donna che ondeggia su un’altalena, quello di una bambina che lancia sassi in un lago, mentre il suono di un violino lontano riecheggia trascinando nell’aria un velo di tristezza. Identità che si nascondono dietro una nivea anonima maschera.

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Posted dicembre 7th, 2011.

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NERO – Donato Arcella

Ognuna diversa dall’altra. Donne che non rappresentano la loro storia ma soltanto il gesto meccanico, dato dalla presenza di due provocatori rinnegati che, vagabondi, inducono alla morte chiunque incontrano sul loro cammino.” La descrizione del regista di questo cortometraggio ci catapulta in uno un sogno che si fonde con una realtà scioccante che, con il suo reiterarsi all’infinito, si trasforma in un incubo senza fine. Questo è NERO, di Donato Arcella.

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Posted novembre 5th, 2011.

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PIGNA – Alessandro Caracciolo

Due uomini sono fermi in una macchina su una strada che si snoda lungo un bosco. Uno di loro recupera una tanica vuota e si incammina verso la più vicina stazione di servizio per riempirla mentre l’altro si addormenta in macchina. Durante il tragitto a piedi l’uomo intravede qualcosa tra gli alberi e si inoltra per capire di cosa si tratti. In una dimensione ai limiti dell’onirico raccoglie una maschera tra le foglie e nel mentre una pigna cade sul tettuccio della macchina svegliando l’altro uomo.

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Posted novembre 5th, 2011.

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LACRIMA DI LUNA – Riccardo Papa

Dall’oscurità emerge una figura bislacca che infierisce verbalmente su una donna: Luna. Lei più che spaventata è irritata, trasognante come se non fosse sicura di essersi ancora risvegliata. Di fronte ad uno specchio le loro immagini si fondono, mentre la figura maschile disegna una lacrima rosso sangue che si materializza sullo zigomo di lei.

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Posted novembre 3rd, 2011.

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THE GRANDMOTHER – David Lynch

Immergersi negli abissi inquieti della mente visionaria di Lynch è sempre opera complessa e delicata. Come delicato è il compito di valutare a ritroso nel tempo le primissime prove di quello che, nel corso degli anni, è stato declamato indiscutibilmente come  il percorso artistico di un genio.

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Posted novembre 2nd, 2011.

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LA FABBRICA DEI VOLTI NOTI – Riccardo Papa

Una ragazza vestita di bianco vaga tra le strade di una città che sembra abbandonata (a se stessa), appendendo foto di un personaggio senza volto (invisibile al mondo). Il candore del suo vestito viene oscurato da un’ombra, un maggiordomo dalle fattezze di Lerch che viene a prenderla per portarla a una cena … dove lei sarà il piatto forte.

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Posted novembre 2nd, 2011.

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SNAKESWEAT – Clay Barney

Una simpatica roulette sciamanica che rimanda a quel mitico scenario tossico, amplificato dalla grana della pellicola, dove la no-wave e le desolazioni messianiche di Jodorowsky si celano in una loggia criminale … mentre si cerca la verità nella purezza.

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Posted novembre 2nd, 2011.

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BLUE MOVIE – Alberto Cavallone

blue movie

Pazzesco. Non c’è altro aggettivo per definire il cinema di Alberto Cavallone, regista ultra underground italiano degli anni ’70, ancor oggi autore di nicchia e di culto (per pochi). Il suo è un cinema sgradevole, scomodo e per niente rivalutato nel tempo, per quanto i suoi film siano avanti anni luce rispetto ai tempi moderni.

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Posted novembre 2nd, 2011.

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VIBROBOY – Jan Kounen

Da più parti mi era giunta la segnalazione di questo cortometraggio francese ad opera dell’allora trentenne Jan Kounen che raggiungerà il successo tre anni dopo con Dobermann. La storia parte dal ritrovamento di una statuetta azteca in Messico che il travestito Francesca (Michel Vuillermoz) regala alla sua vicina di roulotte (Valérie Druguet).

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Posted novembre 2nd, 2011.

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