MISSION IMPOSSIBLE: FINAL RECKONING – Christopher McQuarrie
“Qualora lei decidesse di accettare la missione e venisse scoperto, il governo negherà di averla mai conosciuta. Questo messaggio si autodistruggerà tra tre secondi.” Forse è veramente l’ultima volta che potremmo ascoltare questa frase, che ci accompagna da quasi trent’anni, partendo dal primo film del 1996 diretto da Brian De Palma e che Tom Cruise (Ethan Hunt) ha utilizzato per rilanciare la sua carriera, che sembrava avviarsi sul crinale del tramonto.
Ma in fondo la storia dell’agente sotto copertura Ethan Hunt è proprio la storia di Tom Cruise, della sua vita, fatta di alti e bassi, e proprio quando credi che lui sia sconfitto, eccolo lì, aggrappato a un crepaccio che, con la sola forza delle braccia, si risolleva, salva sé stesso e il mondo intero. Se in Death Reckoning l’obiettivo era recuperare le uniche due chiavi che, combinate insieme, riuscivano ad aprire una camera segreta all’interno della quale si nascondeva una potentissima AI, ora in Final Reckoning il nostro agente segreto Hunt dovrà trovarla immergendosi nelle profonde e fredde acque dell’Artico, dove è finito il sottomarino nucleare russo Sevastopol.
Come al solito è una corsa contro il tempo, prima che l’AI si impadronisca degli arsenali nucleari di tutto il mondo, ma anche prima che il suo acerrimo nemico Gabriel possa controllare tutto quel potere, divenendo di fatto il padrone del pianeta.
Dal punto di vista della trama nulla di nuovo per questo ottavo e (forse) ultimo capitolo della saga, ma giudicare questa pellicola come la semplice conclusione di una serie fortunata di film rischia di essere un grossolano errore. Ethan Hunt e Tom Cruise da tempo sono diventati la stessa persona, e se Hunt cerca ogni volta di salvare il suo mondo, allo stesso modo Tom cerca di fare altrettanto salvando il suo, vale a dire il Cinema, o meglio la sua visione del cinema.
Durante la pandemia i suoi set erano gli unici che avessero dei protocolli di sicurezza adeguati alla situazione, studiati apposta per ridurre al minimo i contagi, ed è stato il primo set a riprendere a lavorare in quel periodo. Ma non basta. Egli, successivamente, grazie a film come questo, ha riportato le persone al cinema — e intendo proprio in sala, non su piattaforma — proprio quando la sala cinematografica stava vivendo forse il momento più brutto della Storia. Ora, in questo capitolo, Tom sta affrontando forse il nemico più difficile da abbattere, che rischia di mettere l’essere umano in pensione prima del tempo, vale a dire l’intelligenza artificiale, che sta sconvolgendo molteplici settori, non solo il cinema.
Forse neanche Tom riuscirà a salvarci completamente da essa, ma semplicemente perché ancora non la comprendiamo abbastanza, non riusciamo a vederne i confini, e in generale tutto quello che ci sembra più grande di noi, e quindi ignoto, ci fa paura!
Da sempre, quando un limite fa paura, bisogna spostare il limite più in là: è questo il messaggio di Tom Cruise (Ethan Hunt).
Per cui, magari la trama non sarà tra le più avvincenti di questo ciclo di film, ma assisterete ad alcuni degli stunt attualmente più pericolosi al mondo, che forse collocheranno Tom Cruise non solo negli annali della storia del cinema, ma anche in quello del Guinness World Record.
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