L’AVVENTURA DEL RAGAZZO DEL PALO ELETTRICO – Shinya Tsukamoto
La nuova geografia del corpo, leggibile già attraverso i segni che lo stesso Tsukamoto tratteggia negli storyboard, scruta in questo caso una costruzione quasi infantile di quell’idea di mutazione e di disordine della massa in un viaggio temporale anticipatore di quell’epica visiva (o collasso) che troveremo dopo nel fantastico itinerario dei suoi film.
L’ante-intossicazione o contaminazione lanciata in una dolce fabbricazione a mano di un piccolo incubo dalle tensioni non ancora disciolte completamente nel ferro rende, in questa incredibile ironia che “altera” un gruppo di punk in dei vampiri alla disperata ricerca di tenebre eterne. Denchu kozo no boken è una spassosa commedia, un’avventura appassionante in un viaggio fondamentale per la salvezza dell’umanità, una salvezza che il protagonista, ricordandomi qualche amico di Ataru Moroboshi , vivrà in quello che potremmo definire l’abbozzo di Tetsuo.
Girato in super8 la pellicola racconta di Hiraki, un ragazzo che viene proiettato da una macchina del tempo nel futuro, dove un gruppo di vampiri Shinsegumi minaccia di togliere definitivamente la luce grazie alla costruzione di una bomba alimentata dalla vita di una donna. Hiraki compirà il suo destino, accendere un luce alla fine di un’epoca perché la successiva non si trovi nell’oscurità.
La luce di un’epoca portata avanti da una lampadina situata su un palo elettrico conficcato nella schiena del protagonista rappresenta non solo il personaggio (volto dal destino e non da una propria volontà) ma principalmente un primo modello di mutante o di elaborazione dell’uomo-Tsukamoto.
Protagonista della speranza e della volontà di un futuro visibile, della possibilità di sapere che in un lungo tunnel oscuro c’è un’uscita anche se lontana, e la sicurezza che è possibile affrontare il percorso non sempre nell’oscurità ma accompagnati da una lampadina che fa luce su quello che potrebbero esser i pericoli di un tragitto, riflette quella lotta non solo per vivere ma principalmente per vedere chi ci accompagna nel frettoloso cammino che conduce all’uscita. Forse gli Shinsegumi o forse quei guardiani della “Storia” che spendono la propria vita alla ricerca di ragazzi del palo elettrico che assicurino l’illuminazione allo scellerato genere umano.
Con L’avventura del ragazzo del palo elettrico siamo nella pubertà del ferro, non abbiamo ancora incontrato la malattia, la ruggine, l’evoluzione. Siamo alla fine dell’incubazione, effettivamente ci prepariamo non a uscire e ad abbandonare quel tunnel, ma ad entrare già in quello che potremmo definire lo “stadio latente” di quell’illusione peggiorativa del corpo che diventerà urto, piaga e dolore sessuale fino allo smembramento organico di un corpo estraneo (quale appunto il ferro) che unito alla carne diventa linguaggio.
VOTO: 7/10
Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, effetti speciali e produzione: Shinya Tsukamoto
Musica : Nobu Kanaoka
Cast: Tomoroh Taguchi, Shinya Tsukamoto, Kei Fujiwara, Nuriaki Senba, Nobu Kanaoka, Mitsuru saga, Kenjin Nasa
Durata: 46′